Le nostre abitazioni strutturalmente sono costruite in diversi materiali, materiali diversi hanno diverse conduzioni termiche, alcuni sono più conduttori di altri e quindi possono essere dei veri e propri ponti termici tra l’interno e l’esterno dell’abitazione.
Il ponte termico è causa di dispersione di energia e compromette le temperature superficiali portandole nelle stagioni fredde al di sotto del punto di rugiada (13,2°C) e provocando l’insorgere di condensa e muffa.
Di seguito sezione verticale ed orizzontale di un controtelaio Monoblocco termico Mimik con cassonetto avvolgibile e scheda delle prestazioni termiche del controtelaio e del cassonetto, vediamo che la temperatura interna nei punti critici è di 19° ben al di sopra del 13.2 del punto di rugiada.
L’utilizzo di materiali isolanti in facciata, il cosiddetto “cappotto”, previene la formazione dei ponti termici, aumentando l’isolazione e quindi l’efficienza termica; spesso pero l’isolazione ha delle interruzioni, che non possono essere evitate ad esempio un elemento costruttivo come le fondazioni, il solaio, una balconata, un foro finestra, in questi casi è opportuno risolvere qualsiasi tipo di interruzione dell’isolazione con adeguata progettazione e utilizzo di materiali specifici.
Nel nostro campo il foro finestra è il protagonista, già il fatto che lo chiamiamo “foro” ci fa capire che è un’interruzione della facciata o parete opaca.
È un elemento costruttivo importante e di vitale importanza nella nostra casa poiché consente l’ingresso di energia solare, luce, aria, ed è transitabile, nello stesso tempo non deve assolutamente essere un punto debole.
È soggetto a molte sollecitazioni come sbalzi di temperatura che possono passare da 80° fino a -20°, la pressione del vento e delle intemperie, gli agenti corrosivi come smog e salsedine e deve resistere ai raggi del sole e all’invecchiamento.
Il foro finestra a sua volta è composto da diversi elementi correlati fra loro: il controtelaio, l’oscurante e il serramento.
Il controtelaio è uno dei primi elementi installati: svolge sostanzialmente una funzione strutturale e deve essere posato dal serramentista. In caso ci siano oscuranti, avvolgibili o a impacchettamento, il controtelaio ha un cassonetto e diventa cosi un “monoblocco” in quanto ha due elementi accoppiati. Un controtelaio monoblocco ha l’isolazione anche sul 4° lato ovvero il lato dove andremo ad appoggiare la soglia.
La progettazione del controtelaio monoblocco consente di adeguarlo alla struttura portante ed all’isolazione prevenendo qualsiasi criticità e risolvendo problemi di infiltrazioni e ponti termici. Il controtelaio monoblocco deve essere isolante, avere un’ottima tenuta agli agenti esterni, e soprattutto deve essere portante poiché nel nostro monoblocco sicuramente installeremo un serramento performante con vetro triplo e quindi un peso considerevole.
Il serramento, tra anta e telaio, ha tolleranze che sono di pochi millimetri quindi qualsiasi tipo di cedimento comprometterebbe in maniera significativa le caratteristiche meccaniche e di tenuta dell’infisso.
Il controtelaio deve essere sigillato con materiali specifici che non consentono il passaggio di aria e vapore sia all’interno che all’esterno, utilizziamo della schiuma elastica per la sigillatura termoacustica, del polimero e dei nastri di tenuta all’aria, possiamo così garantire un’ottima sigillatura del “nodo primario” ovvero tra muratura e controtelaio.
Uno dei punti deboli del foro finestra è sempre stato il cassonetto, ecco perché nelle zone più fredde non venivano utilizzati o venivano montati all’esterno, le cose sono cambiate oggi. Con la ricerca e le nuove tecnologie riusciamo ad avere cassonetti che hanno valori di trasmittanza bassissimi e quindi nessun punto critico che comprometta la temperatura superficiale. L’uso di cassonetti adeguati e certificati ci permette di decidere in piena libertà il tipo di oscurante in funzione di estetica e prestazione.
Giuseppe Montorio