Perché investire nella costruzione di fabbricati a risparmio energetico e perché il risparmio a breve termine non porta nessun beneficio.

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Ci sono due motivi principali che spingono una persona dai sani principi, che deve costruire o risanare un fabbricato, ad investire sul risparmio energetico, il primo, è il risparmio economico di mantenimento dell’edificio, il secondo motivo è un minor impatto ambientale dello stesso.

 

Conosciamo tutti la situazione in cui versa il nostro Pianeta, e siamo tutti consapevoli che dobbiamo invertire la rotta, dovremmo permettere ai nostri figli di vivere in un mondo sano e pulito in cui si possa essere in armonia con la natura. Bisogna progettare e costruire edifici che hanno un costo di mantenimento bassissimo, quasi nullo, questa non è fantascienza ma è già realtà da quasi 40 anni in Germania quando sono state progettate le prime CASE PASSIVE. Le case passive sono una specializzazione degli edifici a basso consumo energetico. Decisivi sono i momenti di progettazione e di risoluzione dei dettagli costruttivi. Sono concepite ed ideate affinché i fabbisogni energetici residui, possano essere soddisfatti attraverso l’impianto di ventilazione interno. Il fabbisogno di calore necessario è così ridotto che può anche essere fornito dalle comuni lampade ad incandescenza. La potenza di riscaldamento necessaria per un appartamento nel giorno più freddo dell’anno è inferiore alla potenza di un asciugacapelli.

Attualmente siamo bombardati da slogan che sventolano i benefici delle energie rinnovabili, spingono all’acquisto di automobili ibride o elettriche, elettrodomestici in A++, incentivano ad utilizzare energie pulite, tutto per cercare di limitare i cambiamenti climatici in atto.

surriscaldamento

“La nostra Terra sta male, è arrivata a 1 grado di surriscaldamento ed è come se avesse 38 di febbre. È sicuro che a breve arriverà a 39 gradi (2 gradi di surriscaldamento) e solo ed esclusivamente se corriamo da oggi seriamente ai ripari riusciremo a fare in modo che la sua febbre non aumenti ulteriormente. Se la situazione dovesse peggiorare raggiungeremmo 5 gradi di surriscaldamento. Una situazione disastrosa e irrecuperabile che penalizzerà i nostri figli e nipoti.
(Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana) ” .

Attualmente in Italia il consumo maggiore delle risorse energetiche è dato dagli edifici ed è pari al 35%, segue il consumo per i trasporti 31%, e le industrie 23%.

L’impegno dei governi Europei è rivolto ad abbassare drasticamente le emissioni di CO2 entro il 2030. Per limitare le emissioni di CO2 bisogna agire, mettendo in pratica le politiche volte al risparmio energetico che incentivano la costruzione di edifici a basso consumo o NZEB (Nearly Zero Energy Building). Abbiamo numerosi Articoli di Legge che da sempre, già dal ’91, impongono parametri e valori da rispettare ma molto spesso questi numeri restano solo nei programmi di calcolo, in fase di costruzione del fabbricato purtroppo sono poco attendibili e non sono quasi mai verificati, lasciando spazio alla fantasia dei tecnici e degli operai, prosperando in un EDILIZIA FACILE.

 

Iniziamo a Progettare e costruire edifici che non consumino energia o ZEB (Zero Emission Building).

 

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La soluzione quindi è investire, sì nel risparmio, ma non quello a breve termine, ovvero il costo totale a fine lavori del fabbricato, bensì nel risparmio a lungo termine, quindi il costo totale dell’opera finita, più il costo dei consumi energetici di mantenimento.

Ricordiamo che un edificio di nuova costruzione (secondo il decreto ministeriale del 26 giugno del 2015) deve rientrare in classe energetica A, e deve consumare massimo 3 litri di gasolio/mq all’anno, moltiplicando il consumo per 30 anni, una casa di 120 mq, consumerà 11 tonnellate di gasolio per l’uso abitativo quale riscaldamento/rinfrescamento ed uso sanitario. Una casa in classe energetica G che purtroppo è il nostro standard costruttivo dagli anni 90 ad oggi, in 30 anni consumerà ben 60 tonnellate di gasolio, bisognerebbe adesso semplicemente trasformare il gasolio in euro per capire quanto ci costa un EDILIZIA FACILE e non verificata, sia in termini economici sia in termini di impatto ambientale.

 

CONSUMO DI RISORSE – impatto ambientale

In Italia il 35 % dei consumi energetici sono dovuti agli edifici

Che cos’è il ponte termico e come eliminarlo.

Le nostre abitazioni strutturalmente sono costruite in diversi materiali, materiali diversi hanno diverse conduzioni termiche, alcuni sono più conduttori di altri e quindi possono essere dei veri e propri ponti termici tra l’interno e l’esterno dell’abitazione.

Il ponte termico è causa di dispersione di energia e compromette le temperature superficiali portandole nelle stagioni fredde al di sotto del punto di rugiada (13,2°C) e provocando l’insorgere di condensa e muffa.

Di seguito sezione verticale ed orizzontale di un controtelaio Monoblocco termico Mimik  con cassonetto avvolgibile e scheda delle prestazioni termiche del controtelaio e del cassonetto, vediamo che la temperatura interna nei punti critici è di 19° ben al di sopra del 13.2 del punto di rugiada.

L’utilizzo di materiali isolanti in facciata, il cosiddetto “cappotto”, previene la formazione dei ponti termici, aumentando l’isolazione e quindi l’efficienza termica; spesso pero l’isolazione ha delle interruzioni, che non possono essere evitate ad esempio un elemento costruttivo come le fondazioni, il solaio, una balconata, un foro finestra, in questi casi è opportuno risolvere qualsiasi tipo di interruzione dell’isolazione con adeguata progettazione e utilizzo di materiali specifici.

Nel nostro campo il foro finestra è il protagonista, già il fatto che lo chiamiamo “foro” ci fa capire che è un’interruzione della facciata o parete opaca.

È un elemento costruttivo importante e di vitale importanza nella nostra casa poiché consente l’ingresso di energia solare, luce, aria, ed è transitabile, nello stesso tempo non deve assolutamente essere un punto debole.

È soggetto a molte sollecitazioni come sbalzi di temperatura che possono passare da 80° fino a -20°, la pressione del vento e delle intemperie, gli agenti corrosivi come smog e salsedine e deve resistere ai raggi del sole e all’invecchiamento.

 

Il foro finestra a sua volta è composto da diversi elementi correlati fra loro: il controtelaio, l’oscurante e il serramento.

IMG 01: Flusso delle isoterme di una sezione orizzontale di una parete con serramento montato nel coibente.

Una soluzione molto vantaggiosa come possiamo vedere dall’andamento e dalle temperature superficiali.

IMG 02: Termografia che mostra l’evidente ponte termico di un pilastro in cemento armato non isolato correttamente pur essendo presente l’isolazione esterna ed in intercapedine.

IMG 03: Termografia di un infisso Alluminio/legno scattata con temperatura esterna di -2°C è impressionante constatare le temperature superficiali che in alcuni punti arrivano a 2,3°C.

Il controtelaio è uno dei primi elementi installati: svolge sostanzialmente una funzione strutturale e deve essere posato dal serramentista. In caso ci siano oscuranti, avvolgibili o a impacchettamento, il controtelaio ha un cassonetto e diventa cosi un “monoblocco” in quanto ha due elementi accoppiati. Un controtelaio monoblocco ha l’isolazione anche sul 4° lato ovvero il lato dove andremo ad appoggiare la soglia.

La progettazione del controtelaio monoblocco consente di adeguarlo alla struttura portante ed all’isolazione prevenendo qualsiasi criticità e risolvendo problemi di infiltrazioni e ponti termici. Il controtelaio monoblocco deve essere isolante, avere un’ottima tenuta agli agenti esterni, e soprattutto deve essere portante poiché nel nostro monoblocco sicuramente installeremo un serramento performante con vetro triplo e quindi un peso considerevole.

 

Il serramento, tra anta e telaio, ha tolleranze che sono di pochi millimetri quindi qualsiasi tipo di cedimento comprometterebbe in maniera significativa le caratteristiche meccaniche e di tenuta dell’infisso.

Il controtelaio deve essere sigillato con materiali specifici che non consentono il passaggio di aria e vapore sia all’interno che all’esterno, utilizziamo della schiuma elastica per la sigillatura termoacustica, del polimero e dei nastri di tenuta all’aria, possiamo così garantire un’ottima sigillatura del “nodo primario” ovvero tra muratura e controtelaio.

Uno dei punti deboli del foro finestra è sempre stato il cassonetto, ecco perché nelle zone più fredde non venivano utilizzati o venivano montati all’esterno, le cose sono cambiate oggi. Con la ricerca e le nuove tecnologie riusciamo ad avere cassonetti che hanno valori di trasmittanza bassissimi e quindi nessun punto critico che comprometta la temperatura superficiale. L’uso di cassonetti adeguati e certificati ci permette di decidere in piena libertà il tipo di oscurante in funzione di estetica e prestazione.

 

Giuseppe Montorio

La scelta del tipo di oscurante

In questo articolo vi voglio raccontare un episodio, la storia del signor Ugo, un cliente che in fase di costruzione della propria abitazione arriva al punto in cui deve scegliere il tipo di oscurante, e nello stesso tempo inizia a girare nei vari showroom per capire in realtà come sono anzi cosa sono gli oscuranti.

In realtà questa scelta era già stata fatta in fase di progettazione poiché gli elementi costruttivi, come le travi, gli elementi di isolazione, i monoblocchi isolanti, sono progettati in funzione del tipo di oscurante e del tipo di serramento che sarà installato.

Il signor Ugo come tutti doveva prevedere con largo anticipo questa decisione affidandosi al progettista per la scelta in funzione di prestazioni, estetica, ed utilizzo, in modo da garantirsi il massimo risultato, nel tempo, in termini di confort e di risparmio energetico.

La scelta del tipo di oscurante è un passo importante, ci consente di proteggere la nostra abitazione dal surriscaldamento estivo dei locali, dal freddo invernale, da atti di vandalismo e/o di effrazione, può gestire in maniera funzionale la luminosità dei locali in base alle nostre esigenze ed al risparmio dei consumi sia di riscaldamento che di raffrescamento.

A questo punto dobbiamo aprire una parentesi e parlare della luce del sole. Quando parliamo di irraggiamento solare spesso sottovalutiamo la potenza con cui abbiamo a che fare. L’angolo di inclinazione della radiazione solare è una quantità che varia durante il giorno, perciò se misurassimo l’intensità della radiazione solare nel corso della giornata ci accorgeremmo che è massima quando il Sole è più alto nel cielo. D’estate, nonostante, la distanza Terra-Sole sia massima nei mesi di giugno e luglio, alle nostre latitudini le temperature sono più elevate poiché in quei mesi si ha un angolo di incidenza dei raggi solari più favorevole.

Casa-esposta-a-nord

Su una superficie orizzontale, in un giorno sereno di maggio, arrivano in media 1000 Watt/mq, stiamo parlando di potenza istantanea, quindi definiamo che il confort abitativo è strettamente legato all’istantaneità di quanto percepito. Il risultato del nostro stato di benessere, dettato dal confort abitativo, non è una media di risultati che si susseguono durante l’arco della giornata ma è dato da una serie di specifici eventi, ad esempio, d’inverno se ci avviciniamo ad un elemento che irradia calore proviamo una sensazione di benessere, il nostro corpo recupera calore e quindi ci dà benessere, se invece ci fermiamo vicino ad una finestra di basse prestazioni in quell’istante il nostro corpo cede il calore quindi proviamo una sensazione sgradevole.

Il compito della finestra, e nello specifico dell’oscurante, è quello di modulare l’energia del Sole rendendola impiegabile in base alle nostre esigenze e ai nostri bisogni, siano essi relativi alla luminosità o al riscaldamento della nostra casa.

Il primo elemento che ha un’influenza importante è il vetro che nel corso della storia dei serramenti è passato da singolo, a doppio, a triplo; nei paesi del Nord Europa il vetro triplo è usato già dagli anni ’90 e garantisce consumi bassissimi infatti un triplo basso emissivo consuma solo 0.5 W/mqK

Però di ciò che riguarda i vetri ne parleremo in un articolo ad hoc essendo un argomento complesso e da approfondire.

 

Il tipo di ombreggiamento dei locali può essere dato da un elemento orizzontale quale ad esempio la sporgenza di balcone, ma tale soluzione è efficace solo per i locali esposti a Sud, mentre per i locali ad Est e Ovest non ha nessun effetto.

 

Gli oscuranti sostanzialmente si dividono in due grandi categorie che sono:

 

1 – le schermature fisse, 2 – le schermature mobili.

Le schermature fisse consentono un ombreggiamento dei locali dato da un elemento fisso orizzontale quale ad esempio la sporgenza di balcone, o verticale come ad esempio lamiere stirate o microforate.

 

Sicuramente tali sistemi devono essere integrati poiché essendo fissi non consentono nessun tipo di modulazione, Il più comune ed utilizzato è sicuramente la sporgenza orizzontale ma è efficace solo per i locali esposti a Sud, mentre per i locali ad Est e Ovest non ha nessun effetto.

 

I sistemi di oscuranti mobili (schermature mobili) comprendono tutti i tipi di frangisole, avvolgibili, persiane, scuri, tende tecniche, tende interne, veneziane interno camera, ecc. ed ha come obiettivo quello di orientare e riflettere la luce solare garantendo la migliore gestione energetica all’interno della casa.

 

Possiamo elencare i principali sistemi di schermatura mobile in una scala, elencando in ordine di efficienza nella schermatura solare, partendo dai meno efficienti , fino ad arrivare ai più prestazionali.

 

7 – Tenda interna ai locali scura, tipica in arredamenti moderni o alberghieri

6 – Veneziana interna ai locali, molto utilizzata negli anni ’80 in uffici e locali pubblici

5 – Tenda interna ai locali riflettente, è in grado di ridurre l’apporto di energia, se proprio non abbiamo alternative e dobbiamo intervenire dall’interno.

4 – Veletta di facciata esterna semi-abbassata, protegge dall’esterno ha una resa circa del 50%

3 – Veneziana in intercapedine, ovvero all’interno del vetrocamera ha una resa circa 75%

2 – Tenda esterna abbassata o avvolgibile, siamo arrivati all’optimum con un ombreggiamento totale.

 

1 – Veneziana esterna o Frangisole, questo tipo di schermatura è la migliore poichè oltre ad avere un ombreggiamento totale ci consente una modulazione ottimale dell’energia solare, unico parametro da tenere in considerazione in caso si opti per questa soluzione è la resistenza alla forza del vento infatti un frangisole deve essere in grado di sopportare un vento di almeno 80 Km/h.

Conclusioni

Dopo aver effettuato diversi incontri con il signor Ugo ed analizzato la situazione strutturale, e di esposizione molto gravosa abbiamo optato per l’utilizzo di frangisole a cassonetto esterno installati in facciata, con resistenza al vento di 105 Km/h con dispositivo di protezione anti-tempesta in modo da garantire il massimo della protezione.

 

Di importante rilevanza sono ombreggianti come alberi nelle immediate vicinanze che possono apportare lo stesso ombreggiamento del punto 3.

 

Altra nota importante da considerare è che un oscurante di tipo avvolgibili esterno con doghe chiuse in inverno di notte recupera il 10% dell’energia.

 

Possiamo facilmente dedurre che il miglior oscuramento è l’oscuramento esterno, con le tecnologie odierne siamo in grado di movimentare gli oscuranti dall’interno siano essi collegati ad un sistema motorizzato, o ad un sistema di domotica quindi con una gestione in funzionale in grado di ottimizzare la vivibilità e l’efficienza energetica.

 

Qualsiasi tipo di sistema oscurante ha bisogno di una progettazione adeguata che consente di ottimizzare il fissaggio e di prevenire qualsiasi tipo di ponte termico o di interruzione dell’isolazione, ecco che entrano in gioco i controtelai e sistemi monoblocco isolanti, ma ne parleremo più avanti.

 

 

 

Giuseppe Montorio

Il seguente modulo elettronico vuole essere uno strumento a disposizione dell’UTENTE o del CLIENTE per avere maggiori informazioni circa eventuali problematiche da risolvere, informazioni su prestazioni tecniche di determinati prodotti, ecc. ma, IN PARTICOLARE, si vuole coinvolgere lo stesso ad inviarci del materiale (testo e foto) che ci permetta di esaminare il problema nello specifico e fornire informazioni e consigli o delle soluzioni.







Please verify that you are not a robot.


La scelta della finestra

“…Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita…”

 

Questa citazione affiora spesso nella mia mente quando un cliente mi chiede:

“cosa mi consigli, qual è la finestra migliore?”

 

Quando ci si rende conto che ormai è ora di dedicarsi alla propria casa ed è il momento giusto per cambiare gli infissi, è vero, capita di trovarsi dinnanzi ad una scelta: che tipo di finestra scegliamo per la nostra casa? …qual è la finestra più adatta? …quanto tempo ci vorrà per i lavori? …come capire il rapporto qualità prezzo?

 

La risposta è sempre la stessa:

“…esiste una finestra adatta ad ogni situazione, bisogna solo iniziare a conoscere e capire quali siano le proprie esigenze.”

 

 

Ho deciso di fornire una serie di spunti su cui riflettere, prima di contattare un serramentista e/o un rivenditore di infissi, in modo che i miei potenziali clienti abbiano le idee chiare quando mi verranno a trovare e sappiano di investire il proprio tempo in modo sicuro e con risultati garantiti.

IL MIGLIOR CLIENTE è IL CLIENTE INFORMATO

Tra i tanti punti da tenere in considerazione, nella scelta di una finestra, i primi e più importanti da cui partire sono:

 

Lo stress meccanico che deve subire il serramento, un dato che cambia in modo importante se si trova in un luogo pubblico o in un’abitazione privata. Valutare la compatibilità tra dimensioni e frequenza di utilizzo. Lo stress meccanico oltre ad essere dato dal peso e dall’utilizzo, è dato anche da agenti esterni come ad esempio il carico del vento. La tipologia del serramento (es. alzante scorrevole, traslante scorrevole, battente, wasistas, ecc.) deve avere strutture adeguate per il fissaggio secondo la norma 11673.

 

La valutazione dell’esposizione del serramento ai raggi del sole, questo fattore è decisamente determinante per la scelta del tipo di oscurante e del tipo di vetro, ad esempio la posa di un’ampia vetrata tipo alzante scorrevole esposto a ovest senza un adeguato oscurante esterno è deleterio per il benessere abitativo, bisogna sapere che da una finestra di 2 mq in un giorno sereno entra energia pari a 270 Watt, si parla di energia istantanea!

 

Uno degli elementi più importanti del serramento è il vetro, un buon serramento ha sempre un triplo vetro, solo in alcuni casi si può optare per il vetro a camera singola. Il vetro viene scelto in funzione dell’esposizione, le principali tipologie di vetro sono: stratificato (VSG), temprato(ESG), basso emissivo, selettivo, riflettente, extra chiaro, solar, acustico, antieffrazione.

 

La valutazione delle prestazioni del serramento in funzione della zona climatica di appartenenza, la divisione del territorio nazionale in zona climatica comporta dei limiti dettati dal decreto ministeriale del 1 gennaio 2010, ad esempio in una zona climatica “E” la trasmittanza massima del serramento è 1,8 W/mqK. Alcune regioni come la Lombardia, giustamente, giudicando scarso questo valore lo ha portato ad 1,4 W/mqK, un buon serramento ha una trasmittanza di 0,9 W/mqK.

 

La valutazione dell’esposizione ad elementi corrosivi, come ad esempio la salsedine, in questo caso bisogna scegliere sempre serramenti con trattamenti specifici su essenza e ferramenta. Prediligere finiture esterne adeguate ad elementi molto esposti, oltre a salvaguardare l’estetica e l’usura, evita anche dilatazioni termiche che possono compromettere il corretto funzionamento della ferramenta.

 

L’estetica è importante, ma bisogna focalizzare la propria attenzione sui parametri tecnici, la finestra è un vero e proprio impianto, fatto di più elementi in correlazione fra loro, quando c’è un cedimento di una parte, tutto il foro finestra è compromesso. Svolge una funzione di primaria importanza nei fabbricati, è un punto di interruzione della superfice opaca (facciata), e quindi un punto critico dell’abitazione.

 

Ci sarebbe da scrivere ancora tantissimo sulle variabili da tenere in considerazione nella scelta di una finestra, ecco il perché della risposta che prontamente viene sempre data al cliente: “…esiste una finestra adatta ad ogni situazione, bisogna solo iniziare a conoscere e capire quali siano le proprie esigenze.”

 

 

Ciò premesso concludo fornendo una semplice linea guida da seguire per avere (per acquistare) un’ottima finestra. Ci sono dei parametri fondamentali che vanno rispettati per poter avere” l’optimum” e ci si arriva assicurandosi che siano rispettati 3 punti:

 

La scheda tecnica del serramento: valori di tenuta all’aria minimo 7A , tenuta all’acqua minimo C3, trasmissione termica del telaio inferiore ad 1,3 W/mqK, trasmissione termica del vetro Ug consigliata 0.6 W/mqK, canalina del vetro superbloccagelo 0.04 W/mqK, vetro extrachiaro sempre consigliato. La  trasmissione luminosa del vetro superiore al 75%, trasmissione dell’energia solare superiore al 50%, tenuta all’effrazione sempre consigliata.

 

Il progetto di posa: la prima cosa da fare è il progetto di posa poiché definisce il foro finestra in sezione verticale ed orizzontale. il foro finestra è composto da parete portante, controtelaio, cassonetto per eventuale oscurante, accessori come ad esempio zanzariere, ed il serramento composto a sua volta da telaio ed anta.

 

Tutti questi elementi, sono correlati fra loro, da guaine, giunti, ed altri elementi isolanti ed hanno bisogno di un’attenta progettazione.

 

La posa in opera: è l’ultimo step ed il più importante, durante la posa in opera si concretizza il risultato di mesi di lavoro, non può essere improvvisata, deve essere eseguita da personale esperto e formato professionalmente.

Siamo a disposizione di chi interessato a investire nella propria casa e nel risparmio energetico.

 

 

 

Giuseppe Montorio

GREEN BUILDING, IL RISPARMIO NELLE TUE MANI

Efficienza energetica in edilizia

 

Negli ultimi decenni, i temi dell’efficienza e del risparmio energetico hanno suscitato sempre più interesse da parte di tutti gli attori coinvolti in questo ambito. L’importanza assunta da questi argomenti è giustificata, in primo luogo, dall’intento di ridurre il consumo di combustibili fossili e, in secondo luogo, dalla volontà, da parte di governi e istituzioni, di abbattere le emissioni di CO2 rispettando gli impegni assunti col protocollo di Kyoto.

 

In questo contesto, il settore dell’edilizia costituisce una leva fondamentale su cui agire, considerato che, a livello europeo, il fabbisogno di energia del settore civile copre una quota pari a circa il 40% del consumo energetico totale.

 

La dispersione di energia

 

Dalla grafica è chiaro che la maggiore dispersione di energia si ha dall’aerazione dei locali. L’aerazione  è di fondamentale importanza ma purtroppo le conseguenze sono chiare d’estate entra aria calda e d’inverno ci sono dispersioni di calore.

 

 

Inoltre dobbiamo aggiungere che la ventilazione può essere volontaria (apertura delle finestre) o involontaria (spifferi). Vediamo che le finestre consumano dal 20/25% dell’energia, quanto tutte le pareti perimetrali, ecco perché è importante concentrare le nostre attenzioni sul foro finestra.

 

Nel nostro settore quotidianamente ci imbattiamo nella trasmittanza termica degli elementi ma spesso non riusciamo a quantificare l’importanza della formula W/mqK e quantificare quanto influisce in dipersione di energia.

 

Una finestra in alluminio tecnologia anni ’90 di 2 mq con una trasmittanza di 8W/mqK consuma 320 W 

 Una finestra in legno tecnologia anni ’90 di 2 mq con una trasmittanza di 5W/mqK consuma 200 W

   Una finestra in legno tecnologia odierna di 2 mq con una trasmittanza di 1.4 W/mqK consuma 56 W

 Una finestra in legno Actual Alwood di 2 mq con una trasmittanza di 0.69 W/mqK consuma 27.6 W 

 

è facile intuire che un intero appartamento (di circa 120 mq) con delle finestre Actual Alwood consuma quanto una singola finestra in alluminio tecnologia anni ’90.

La classificazione energetica degli edifici e la “casa passiva”

La classificazione energetica degli edifici come vediamo in tabella Casaclima è divisa  da “G” ad “A oro” .

La prestazione energetica è determinata sulla base della quantità di energia necessaria annualmente a soddisfare le esigenze legate a un uso standard dell’edificio, tenendo conto dell’energia primaria utilizzata per il riscaldamento, il raffrescamento, per la ventilazione e salubrità, per la produzione di acqua  calda sanitaria.

 

 

La casa passiva è un’abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale”, ossia caldaia e termosifoni o sistemi analoghi. Una casa passiva è caratterizzata da 2 aspetti vincolanti. Uno degli aspetti riguarda il criterio energetico dell’edificio, l’altro riguarda il comfort dell’edificio. In una casa passiva entrambe gli aspetti devono essere verificati.

 

1) ASPETTO ENERGETICO: È un edificio ad altissime prestazioni energetiche, il fabbisogno per la climatizzazione è bassissimo sia di inverno che d’estate. Questo fabbisogno è talmente basso che è possibile riscaldare o raffrescare l’edificio con il solo impianto di VCM (Ventilazione Meccanica Controllata). Espresso in unità fisicamente misurabili questo valore deve essere inferiore a 15Kwh/mq Annuo.

 

2) ASPETTO DEL COMFORT: In una casa passiva il comfort è calcolato in fase di progettazione. Ci sono molti parametri che lo influenzano, ad esempio, nella casa passiva un criterio di comfort è la temperatura superficiale interna. La temperatura delle superfici interne deve essere al di sopra di 17°. In una casa passiva posso in ogni punto “fermarmi” per leggere un libro; la sensazione di comfort è garantita in ogni punto.

 

Una casa in classe energetica “A” ha un consumo inferiore ai 30 Kw/mq annuo, viene chiamata anche la Casa dei 3 litri perché richiede 3 L di Gasolio o 3 m cubi di gas per metro quadro all’anno.